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La solidarietà è un’arma

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La recente decisione dell’amministrazione statunitense di sospendere per 90 giorni i finanziamenti ai programmi di aiuto internazionale (USAID) sta avendo conseguenze drammatiche, in particolare per le organizzazioni umanitarie che operano in Ucraina e si trovano ora a fronteggiare una crisi senza precedenti.

Questa sospensione improvvisa e senza preavviso rischia di privare migliaia di persone di aiuti essenziali: da cibo, acqua, medicine, cure e supporto psicologico, a legna per il riscaldamento, elettricità rifugi sicuri… Il lavoro delle organizzazioni umanitarie è indispensabile per garantire la sopravvivenza di chi vive nelle zone più esposte del conflitto, dove l’Ucraina, già impegnata ad arrestare l’invasione del proprio territorio, non riesce ad intervenire pienamente a supporto delle persone. Senza il lavoro di queste organizzazioni, intere comunità rimangono abbandonate a sé stesse, prive di protezione contro l’inverno, la fame e i bombardamenti. 

In questa situazione il lavoro di organizzazioni indipendenti come la nostra, Giuditta Rescue Team, che si autofinanziano attraverso eventi e donazioni di singoli cittadini e solidali, diventa ancora più importante e, centrale, deve essere garantirne la costanza.

Il blocco dei fondi impatta direttamente inoltre anche sul reinserimento dei soldati feriti e sull’assistenza alle famiglie di coloro che hanno perso la vita in guerra.

Lo sappiamo bene, perché come Giuditta Rescue Team non siamo solo una organizzazione di soccorso ma una rete di solidarietà che sostiene chi ha visto la propria vita distrutta dal conflitto. Fermare questi processi significa aggravare una crisi umanitaria già devastante.

Auspichiamo con forza che vengano trovate soluzioni immediate per garantire la continuità di questi interventi vitali. È inaccettabile che migliaia di persone vengano lasciate senza aiuti a causa di decisioni politiche che non tengono conto delle vite e delle conseguenze umanitarie. La comunità internazionale e i movimenti di solidarietà devono agire per colmare il vuoto lasciato dalla sospensione di questi aiuti, sostenendo direttamente le organizzazioni che operano sul campo.

Il Giuditta Rescue Team e le tante organizzazioni impegnate in Ucraina non possono essere lasciate sole. Il nostro lavoro è una questione di vita o di morte per migliaia di persone e fermare la solidarietà significa condannarle a un destino a cui non vogliamo nemmeno pensare.

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